L’estate non mi piace perché non è malinconica.
Non mi piace perché piangere diventa fuoriluogo.
L’estate non mi piace per il mare sovraccarico di persone urlanti, con quei palloni maledetti e quei cosi per tenere al fresco le birre.
L’estate non mi piace per tutta quella luce delle otto della sera, l’ora in cui si ha il sacrosanto diritto di crollare senza le paternali di stagioni impertinenti.
L’estate non mi piace per i bicchieri lasciati sui muretti delle spiagge.
Non mi piace per l’aria, condizionata, che era rimasta l’unica cosa libera che avevamo.
Di bello, quando l’estate comincia, quando è lì che fa capolino, che dice Esco non esco, c’è solo il sole dell’ultimo pomeriggio, quello prima della sera, che tanto bene si intona con la chitarra e certe canzoni che accompagnano i miei pensieri alla finestra.